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Lo standard di Aprile: Someday My Prince Will Come

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Someday My Prince Will Come è uno di quei brani che hanno avuto un impatto profondo nella storia della musica.

Scritto nel 1937 da Frank Churchill, con versi di Larry Morey, per il film animato Biancaneve e i sette nani della Disney, si è affermato rapidamente come un pezzo iconico, catturando il pubblico grazie al suo tema di fiducia e attesa amorosa. Nel lungometraggio, Biancaneve canta questa melodia evocativa mentre confida ai nani il suo affetto per il principe, esprimendo quel senso di desiderio e nostalgia tipico delle storie incantate. L’intreccio tra parole e note genera un’atmosfera intensa, rendendola una delle scene più riconoscibili della pellicola. Col passare del tempo, la composizione ha travalicato il mondo Disney, affermandosi come uno standard nel repertorio jazzistico. Dagli anni ’50 in poi, molti artisti jazz hanno iniziato a rielaborare brani tratti dai film d’animazione, e questa canzone ha attratto particolare interesse per il suo ritmo in 3/4, una caratteristica meno diffusa nel jazz di quel periodo. Questo le ha permesso di diventare terreno fertile per variazioni armoniche e sperimentazioni sonore.

Alcune interpretazioni celebri nel jazz.

Nel corso degli anni, diverse versioni hanno dato una nuova veste al pezzo, esplorandone diverse dimensioni e adattandolo a generi differenti:

Dave Brubeck Quartet (Dave Digs Disney, 1957): Una delle prime trasposizioni jazz del brano. Brubeck, con il suo stile articolato e il senso del tempo innovativo, conferisce alla composizione una vitalità distinta senza alterarne il fascino originale.

Sonny Rollins (Live in Stockholm, 1959): L’arrangiamento dal vivo è coinvolgente, con un alto grado di libertà esecutiva e una costruzione ritmica flessibile che conferisce maggiore profondità alla melodia.

Blossom Dearie (Once Upon a Summertime, 1958): La sua voce morbida e delicata avvolge il brano in un’atmosfera intima, trasformandolo in una ballata intrisa di dolcezza.

Sarah Vaughan (The Divine One, 1961): Grazie al suo timbro avvolgente e alla sensibilità espressiva, la canzone assume una dimensione più elaborata, con un fraseggio che aggiunge un ulteriore livello interpretativo.

Bill Evans (Live at the Village Vanguard, anni ’60): Il celebre pianista plasma la melodia con un approccio suggestivo e armonie elaborate, creando un’interpretazione contemplativa e poetica.

Miles Davis (Someday My Prince Will Come, 1961): Probabilmente la versione più rinomata. Davis trasforma il pezzo in una composizione evocativa e affascinante, con assoli di John Coltrane e Hank Mobley che ne arricchiscono ulteriormente la struttura.

Wynton Kelly . Registrata nel 1961, questa versione spicca per il suo swing energico, il fraseggio bluesy e l’eleganza ritmica tipica del pianismo di Kelly.

Grant Green (Grant’s First Stand, 1961): Il chitarrista rivisita la traccia in chiave più rilassata e con inflessioni blues, creando un andamento scorrevole e raffinato.

Ancora oggi, Someday My Prince Will Come rimane una delle composizioni più apprezzate sia nell’ambito Disney che nel mondo del jazz. Il suo valore senza tempo dimostra come una grande melodia possa attraversare epoche e generi musicali, rimanendo sempre significativa.

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