Home

From the blog

Lo standard del mese: “Whisper Not”

Nessun commento home News

“Whisper Not” è uno standard jazz scritto dal sassofonista Benny Golson nel 1956. Si tratta di una delle composizioni più celebri di Golson, caratterizzata da una melodia elegante e accattivante, che è diventata un brano molto suonato e reinterpretato nella storia del jazz.

Storia del brano

Benny Golson ha composto “Whisper Not” durante la sua permanenza nell’orchestra di Dizzy Gillespie alla fine degli anni ’50. La prima registrazione è avvenuta con il Benny Golson Quartet e faceva parte del disco “Benny Golson’s New York Scene” pubblicato nel 1957. La canzone si distingue per la sua linea melodica fluida, arricchita da cambi di accordi armonicamente interessanti, ma accessibili ai musicisti jazz, rendendola perfetta per le improvvisazioni.

Golson, che oltre a essere un eccellente sassofonista è anche un compositore molto prolifico, ha creato brani che sono diventati dei veri e propri “classici” del repertorio jazz, tra cui “I Remember Clifford”, scritto in memoria del trombettista Clifford Brown, e “Killer Joe”. Tuttavia, “Whisper Not” ha avuto un impatto particolare nel mondo del jazz, venendo eseguito da un’ampia varietà di musicisti.Il brano ha una struttura AABA (32 battute), tipica di molti standard jazz, ma con progressioni armoniche che danno un sapore più sofisticato e moderno, influenzato anche dal bebop. La melodia è delicata, come suggerisce il titolo, ma con un movimento ritmico che consente agli improvvisatori di esplorare liberamente l’armonia.

Aneddoti

Un aneddoto interessante su “Whisper Not” riguarda l’influenza del brano su Golson stesso. Il compositore ha detto di aver scritto la canzone con facilità, come se la musica fosse già nella sua mente, e che solo dopo, col tempo, si è reso conto di quanto fosse diventata popolare. Inoltre, Benny Golson ha spesso raccontato di come sia stato sorpreso dal successo internazionale della sua musica, rimanendo particolarmente colpito quando ha sentito “Whisper Not” eseguito da musicisti in diverse parti del mondo, con approcci e sensibilità diverse, ma sempre con lo stesso amore per il brano.

Versioni più importanti

“Whisper Not” è stato registrato da moltissimi musicisti e ha attraversato decenni di reinterpretazioni. Alcune delle versioni più celebri includono:

Benny Golson – Versione originale del 1957, con il suo quartetto. È la registrazione fondamentale, in cui il compositore stesso stabilisce l’interpretazione canonica del brano.

Ella Fitzgerald – Una delle versioni vocali più famose è quella di Ella Fitzgerald nel suo album “Whisper Not” (1966), accompagnata dal trio di Marty Paich. Ella aggiunge le parole scritte da Leonard Feather, portando il brano a un pubblico ancora più ampio con il suo carisma vocale.

Art Blakey & The Jazz Messengers – La versione con i Jazz Messengers (1958) vede Golson stesso suonare il sassofono tenore nella band di Art Blakey, offrendo una lettura energica e ritmica del brano.

Keith Jarrett – Il celebre pianista Keith Jarrett ha registrato “Whisper Not” nel 1999, nel suo album dal vivo con Gary Peacock al basso e Jack DeJohnette alla batteria. La loro versione è intima, esplorando le profondità armoniche del brano con una sensibilità moderna.

Lee Morgan – Anche il trombettista Lee Morgan ha interpretato il brano, sia come parte dei Jazz Messengers che in varie performance da leader, mostrando la versatilità del pezzo in contesti diversi.

C’è qualcosa di unico in “Whisper Not”. Forse è la sua capacità di essere allo stesso tempo semplice e complesso, o forse è la sensazione che lascia ogni volta che lo ascolti: come se ti sussurrasse all’orecchio una storia, invitandoti a scoprire un mondo di emozioni senza bisogno di alzare la voce. È un brano che ha attraversato decenni, suonato nei club, nei concerti, nei dischi, sempre con la stessa grazia e potenza. Ancora oggi, quando un musicista sceglie di suonare “Whisper Not”, sta anche scegliendo di entrare a far parte di una tradizione, un dialogo musicale che collega generazioni e sensibilità diverse. E questa, forse, è la sua vera magia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *