Home

From the blog

Lo standard del mese: The Night Has a Thousand Eyes

Nessun commento Uncategorized

The Night Has a Thousand Eyes

 è una canzone popolare americana scritta nel 1948 con musica di Jerome Brainin e testo di Buddy Bernier. Anche se inizialmente non era destinata a diventare uno standard jazz, è stata gradualmente adottata da molti artisti jazz, trasformandosi in un pezzo popolare grazie alla sua armonia e alla sua melodia particolarmente adatta per l’improvvisazione jazzistica.

Storia del Brano:

Il titolo della canzone deriva da una poesia del XIX secolo di Francis William Bourdillon, che inizia con i versi “The night has a thousand eyes, And the day but one”. La poesia esplora il concetto della notte come un’osservatrice di tutto, mentre il giorno ha una singola fonte di luce (il sole). La canzone, invece, parla di amore e fiducia, in particolare del timore che ogni azione possa essere vista e giudicata.

Il brano originariamente appartiene al repertorio pop, ma è diventato celebre in ambito jazz soprattutto negli anni ’50 e ’60, quando molti musicisti jazz si appropriarono della sua struttura armonica ricca di cambi di accordo. La canzone si presta bene al trattamento modale e bebop, due delle principali correnti del jazz dell’epoca.

Versioni jazz del brano:

Horace Silver (1959) – Il celebre pianista Horace Silver incluse una versione di “The Night Has a Thousand Eyes” nel suo album “Finger Poppin'”. Questa versione ha un sapore più ritmico e bluesy, caratteristico dello stile di Silver, che integra elementi hard bop.

John Coltrane (1962) – Probabilmente la versione jazz più famosa. Coltrane incluse “The Night Has a Thousand Eyes” nell’album “Coltrane’s Sound”, e la sua interpretazione divenne iconica per il trattamento modale del brano. La versione di Coltrane è caratterizzata dal suo classico stile d’improvvisazione denso e complesso, che reimmagina la canzone in un contesto modale, rendendola una gemma del repertorio jazz moderno.

Sonny Rollins (1962) – Anche il sassofonista Sonny Rollins ha offerto interpretazioni memorabili del brano, sempre mescolando melodie tematiche con improvvisazioni esuberanti e soluzioni armoniche innovative.

Grant Green (1965) – Il chitarrista Grant Green inserì una versione del brano nel suo album “I Want to Hold Your Hand”, proponendo una versione più accessibile al grande pubblico ma sempre fortemente improntata sulla tradizione bebop e hard bop.

Bobby Hutcherson (1975) – Il vibrafonista Bobby Hutcherson ha registrato una versione che mette in risalto la ricchezza melodica del pezzo, arricchita dalla sua raffinata sensibilità armonica.

Curiosità e Aneddoti:

La versione di John Coltrane è particolarmente apprezzata per il modo in cui rielabora gli accordi del brano, sfruttando il suo approccio modale. Coltrane era noto per la sua capacità di trasformare brani di musica popolare in veri e propri veicoli di esplorazione sonora, e “The Night Has a Thousand Eyes” non fa eccezione.

Il pezzo è stato anche ampiamente eseguito nei jazz workshop e nelle jam session, diventando un banco di prova per sassofonisti e pianisti per dimostrare la loro capacità di navigare i complessi cambi di accordo e creare assoli inventivi.Spesso nei jazz workshop, il pezzo è utilizzato per introdurre gli studenti alla sostituzione armonica o per esplorare l’improvvisazione modale, due tecniche centrali nel jazz. Ad esempio, un sassofonista potrebbe iniziare improvvisando sulle linee melodiche originali del pezzo, per poi inserire varianti ritmiche e melodiche più complesse che si distanziano dalla struttura di base, esplorando territori nuovi come faceva John Coltrane nelle sue esecuzioni.Una composizione amata particolarmente dai chitarristi jazz, poiché la progressione armonica si presta bene alla chitarra, permettendo ampie possibilità di improvvisazione sia modale che bebop.

La melodia e la progressione armonica del brano seguono una struttura complessa ma piacevole. È composta in time signature 4/4, e il cambio di tonalità tra le strofe offre numerose opportunità per variazioni armoniche e ritmiche.La progressione di accordi offre una serie di cambi di tonalità che i musicisti jazz amano esplorare, utilizzando tecniche come l’improvvisazione modale o le sostituzioni armoniche.

“The Night Has a Thousand Eyes” è diventata un classico del jazz, grazie alla sua versatilità e alle sue possibilità di esplorazione armonica. La versione di John Coltrane è certamente la più famosa e apprezzata, ma tanti altri artisti jazz hanno contribuito a renderla parte integrante del repertorio standard. Oggi è eseguita regolarmente da musicisti jazz di tutto il mondo, sia in contesti formali che in jam session.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *